Dalla realtà alla fiction e viceversa: il caso di Law & Order – Unità vittime speciali

Law & Order – Unità vittime speciali (titolo originale Law & Order: Special Victims Unit) è una serie televisiva poliziesca americana che viene trasmessa anche in Italia dal 1999.
Dalla realtà alla fiction
Dick Wolf ha ideato la serie ispirandosi ad un caso di omicidio realmente accaduto a Central Park, New York (dov’è ambientata la serie), nel 1986. Era il 26 agosto quando l’allora ventenne Robert Chambers strangolò la diciottenne Jennifer Levin durante quello che, secondo lui, fu un rapporto sessuale sì violento, ma consensuale. Dopo aver dedicato alla vicenda un episodio di Law & Order, “Una complessa personalità”, il produttore decise di dare più spazio al ruolo che la psicologia gioca nei crimini sessuali.
“Nel sistema giudiziario statunitense, i reati a sfondo sessuale sono considerati particolarmente esecrabili. A New York opera l’Unità Vittime Speciali, una squadra di detective specializzati che indagano su questi crimini perversi. Ecco le loro storie”: così si apre ogni puntata della serie, che racconta la divisione dei detective americani che si occupano dei casi di stupro.
La protagonista femminile, Olivia Bengson, interpretata da Mariska Hargitay, è una donna nata da uno stupro, e, proprio per questo, cerca di fare giustizia e impedire che possa succedere nuovamente quanto è accaduto a sua madre. Determinata e ostinata nello svolgere le indagine, durante la serie diventa a sua volta vittima di violenza sessuale.
Dalla fiction alla realtà
Questo ruolo così profondo e i continui contenuti drammatici hanno portato l’attrice a voler sensibilizzare la causa, in modo da poter aiutare concretamente, nella realtà, le donne colpite dai loro aguzzini.
Così, nel 2004, la Hargitay ha fondato la Joyful Heart Foundation, un’associazione no profit che offre assistenza on-line a chi ha subìto abusi o è stato stuprato. Decisione che è stata scatenata da una lettera che aveva ricevuto da una fan, che invece di chiederle il solito autografo, le confessò che 25 anni prima, all’età di 15 anni, era stata stuprata, ma non aveva mai trovato il coraggio di raccontarlo a qualcuno.
Ennesimo caso, questo, di quanto le fiction, a volte, offrano uno spaccato di realtà, cercando di far vedere episodi atroci e terribili che avvengono nella propria città. E davanti a casi di abusi sessuali, violenza domestica e stupri di donne e di minori, non si può di certo rimanere indifferenti.
C’è poi anche il rovescio della medaglia, come alcuni criminologi e poliziotti sostengono: killer, maniaci e pedofili potrebbero prendere spunto proprio dalle serie TV, soprattutto quelle come Law & Order, in cui vengono forniti preziosi dettagli sui vari casi, tra cui le procedure con cui vengono sodomizzate le vittime.
Esiste quindi un confine tra fiction e realtà? Ma soprattutto, dove termina una e inizia l’altra?
Krizia Ribotta
Tra le grandi collaborazioni, quelle con Il Messaggero, l'International New York Times e il Los Angeles Magazine.
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